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L’Analisi logica del Complemento oggetto: Schede Didattiche per la Scuola Primaria

Analisi logica del Complemento oggetto: Schede Didattiche per bambini
Scuola Primaria

Scoprite la funzione del complemento oggetto all’interno della proposizione e ricordate la distinzione tra verbi transitivi e intransitivi.

Che cos’è il complemento oggetto? Perché viene chiamato anche complemento diretto? Scopritelo in questa
articolo.

Italiano per bambini della Scuola Primaria: Il complemento diretto

Il complemento diretto

Che cos’è il complemento diretto? Vediamo qualche esempio:

  • Marco scrive… che cosa? Una lettera.
  • L’insegnante interroga… chi? Gli alunni.

I sintagmi che rispondono a queste due domande svolgono all’interno della frase la funzione di complemento oggetto.

Questo complemento è chiamato anche diretto perché indica la cosa, l’animale o la persona su cui cade direttamente l’azione compiuta dal soggetto.
Come vedete negli esempi sopra, infatti, tra il verbo e il complemento oggetto non c’è nessuna preposizione.

Italiano per bambini della Scuola Primaria: Verbi transitivi e intransitivi

Verbi transitivi e intransitivi

Non tutti i verbi possono reggere un complemento oggetto. I verbi si distinguono
infatti in:

  • verbi transitivi, che esprimono un’azione che “transita” direttamente dal soggetto all’oggetto (il complemento diretto). Ad esempio: ‘Marco scrive una lettera’;
  • verbi intransitivi, che indicano un’azione che si esaurisce sul soggetto che la compie. Ad esempio: ‘Marco sbadiglia’: l’azione di sbadigliare riguarda soltanto il soggetto e non incide su nessun’altra cosa o persona.

Come sbadigliare, anche essere è un verbo intransitivo e non può mai reggere un complemento oggetto.

I verbi transitivi, tuttavia, non sempre vogliono dopo di sé il complemento oggetto:

  • ‘Giorgia canta una canzone’: in questo caso il verbo cantare è transitivo perché regge il complemento diretto “una canzone”;
  • ‘Giorgia canta nel coro’: qui invece il verbo cantare è usato con valenza intransitiva e non ha bisogno del complemento oggetto che lo segue.

Italiano per bambini della Scuola Primaria: Forma attiva e passiva

Forma attiva e passiva

Vi ricordate la differenza tra la forma attiva e la forma passiva di un verbo?

Per esempio “Marco scrive una lettera”: in questa frase il soggetto compie l’azione e dunque il verbo è di forma (o diatesi) attiva.

Se invece “La lettera è scritta da Marco” il significato è lo stesso, ma la frase è stata trasformata al passivo. “La lettera” non è più il complemento oggetto su cui ricade l’azione di scrivere compiuta da Marco, ma è diventata il soggetto della nuova proposizione. Si tratta però di un soggetto che non compie nessuna azione, anzi la subisce, e quindi il verbo è passivo.

I verbi transitivi hanno sia la forma attiva che quella passiva, i verbi intransitivi invece hanno soltanto la diatesi attiva. Perciò è impossibile trasformare al passivo una frase come “Marco sbadiglia” perché il verbo è intransitivo.

Italiano per bambini della Scuola Primaria: Forma riflessiva

Forma riflessiva

Vi ricordate i verbi riflessivi? Sono quelli che fanno ricadere l’azione sul soggetto che la compie.

Ad esempio: Roberta si guarda allo specchio (= Roberta guarda se stessa allo specchio = Roberta guarda Roberta allo specchio).

Come vedete, il complemento oggetto, che finisce per coincidere con il soggetto, è espresso tramite le particelle pronominali riflessive mi, ti, ci, vi e si (che vale sia per la terza persona singolare sia per quella plurale).

Attenti però, ci sono casi in cui la forma riflessiva è solo apparente e identificare il complemento oggetto è un pò più complicato.

Ad esempio: “Martina si pettina i capelli.” In questa frase il complemento oggetto è costituito dal sintagma “i capelli”, mentre il si significa “a se stessa”.

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Analisi logica del Complemento oggetto – Italiano per bambini della Scuola Primaria

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