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Bambino con autismo a scuola: Consigli pratici per lavorare in classe

Bambino con autismo a scuola: Consigli pratici per lavorare in classe

Il mondo dell’autismo è, per gli studiosi, in parte ancora impenetrabile. L’eziologia dell’autismo, ad oggi sconosciuta, è di tipo multifattoriale: genetica e ambientale ed è un disturbo che può manifestarsi in molte forme diverse, poiché ogni individuo che ne è affetto ha delle caratteristiche personali uniche e irripetibili. Non è facile dunque nemmeno per insegnanti ed educatori avere delle linee guida chiare su come comportarsi a scuola, per favorire al massimo l’inclusione dei bambini con un disturbo dello spettro autistico

5 Consigli pratici per lavorare in classe con un bambino con autismo

Ecco qualche strategia concreta:

  • Agenda visiva per gestire il tempo. Il tempo è un concetto astratto per tutti i bambini: quanti sono 10 minuti? È invece utile preparare il bambino con autismo a ciò che succederà durante la giornata con strumenti visivi e esempi concreti. Per fargli capire quanto deve lavorare non dite “Fin quando lo dice la maestra”, ma mettete un timer, oppure preparare materiale di lavoro e indicategli quali pagine deve fare prima della pausa. Esplicitare tutto con una strutturazione della giornata chiara e per immagini (ed esempio “maestra di italiano – interesse specifico: camion – pastasciutta – maestra di matematica – gioco con i compagni”) calma la sua ansia di non sapere quello che succederà, perché avendo una limitata capacità di leggere i segnali non detti e non scritti il bambino autistico potrebbe vivere ogni giorno con la paura di trovarsi di fronte a una cosa nuova e imprevista. Attenzione a non dimenticare nulla, dalla mensa (potrebbe pensare che quel giorno non si mangi) al passaggio in bagno per lavarsi le mani (potrebbe rimanere sorpreso quando glielo si ordina).
  • Regole condiviseAccanto allo schema delle attività, provate ad anticipare anche i cambiamenti e gli imprevisti sia avvisando con più preavviso possibile, sia prevedendo delle alternative e mettendo delle regole: “Se piove non si va in giardino e si gioca con i puzzle” è una regola non scritta per i suoi compagni, ma per il bambino autistico potrebbe essere ricordato che si attiva in presenza della specifica condizione di maltempo e gli si offre già un’alternativa definita. Nel definire delle regole, anche di comportamento, eliminate ogni implicito e stipulate dei patti chiari: non “comportarsi bene”, che non vuol dire nulla, ma “tenere un tono di voce basso, chiedere il permesso se ci si vuole alzare”.
  • Strumenti di comunicazione aggiuntiva. Sul tema della comunicazione, a seconda delle capacità linguistiche del bambino con autismo è fondamentale avere degli strumenti di supporto al verbale: il più delle volte questi bambini hanno competenze visive maggiori di quelle verbali, dunque delle immagini possono aiutarlo. Se ad esempio il bambino con disturbo dello autistico non riuscisse ad esprimere il desiderio di disegnare, potrebbe semplicemente alzarsi e prendere un astuccio: se venisse fermato, potrebbe verificarsi un comportamento-problema. Un modo per permettergli di chiederlo potrebbe invece essere indicare su una tavola i simboli “io”, “voglio”, “matite”, “colore rosso”. Gli strumenti di comunicazione evitano stress aggiuntivi al bambino autistico.
  • Rispettate la sua affaticabilità. A proposito di stress, i bambini con disturbo dello spettro autistico si stancano più velocemente: dovete immaginarvi una loro mezza giornata a scuola stancante come qualche ora per noi in un luogo molto caotico e affollato, o come una giornata in una città in cui si parla una lingua diversa dalla nostra. Prevedete dunque dei tempi di riposo cadenzati, prima che sia una sua crisi a pretenderla: anche per non fargli passare l’idea che “sbottando” può evitare le cose che non vuole fare. Devono essere insegnanti di sostegno ed educatori a dirigere i momenti di pausa, che possono essere minuti di relax o di sfogo, dove può il bambino autistico muoversi e correre. L’obiettivo generale è sempre che i suoi momenti disfunzionali non diventino episodi comunicativi cui lui ricorra con regolarità.
  • Interazioni con i compagniÈ importante anche agevolare le interazioni sociali tra il bambino con autismo e i compagni, che vanno sensibilizzati ad avere alcune accortezze e a mettersi nei suoi panni soprattutto sul piano della comunicazione: insegnate ad esempio alla classe a utilizzare la tavola dei pittogrammi, se è necessaria.

Disturbo dello spettro autistico: come lavorare a scuola

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