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I problemi comportamentali nei bambini

I problemi comportamentali nei bambini – Scuola Infanzia e Scuola Primaria

Molti comportamenti manifestati dai bambini che frequentano la Scuola dell’Infanzia o la Scuola Primaria spesso sono fonte di preoccupazione per i genitori o altri adulti. Un comportamento o uno stile comportamentale vengono considerati clinicamente significativi se si ripetono con una certa frequenza e persistenza nel tempo e se sono disadattivi (p. es., interferiscono con la maturazione emotiva o sociale e le funzioni cognitive).

I gravi problemi comportamentali possono essere classificati come disturbi mentali (p. es., disturbo oppositivo provocatorio, o disturbo della condotta). L’incidenza varia in base alla definizione e ai criteri utilizzati per la diagnosi dei disturbi comportamentali.

I problemi comportamentali nei bambini: La Valutazione

La diagnosi dei problemi comportamentali nei bambini di Scuola dell’Infanzia / Scuola Primaria avviene solitamente solo dopo un’attenta analisi comportamentale multidisciplinare. Nei neonati e bambini in età prescolare spesso le preoccupazioni maggiori dei genitori riguardano le funzioni fisiologiche (p. es., alimentazione, alvo, ciclo sonno-veglia), mentre nei bambini più grandi e negli adolescenti predominano i problemi comportamentali interpersonali (p. es., iperattività, aggressività).

La Valutazione dei problemi comportamentali nei bambini – Identificazione del problema

Un disturbo comportamentale nei bambini si può manifestare improvvisamente e in modo allarmante in seguito a un episodio isolato (p. es., l’appiccamento di un incendio, una lite a scuola). Più spesso, tuttavia, il disturbo si manifesta gradualmente e per porre diagnosi è necessario effettuare un’anamnesi approfondita raccogliendo più informazioni nel corso del tempo. Il comportamento del bambino deve essere meglio valutato nel contesto di alcuni fondamentali aspetti, quali

  • Sviluppo fisico e mentale
  • Salute generale
  • Temperamento (p. es., difficile, accomodante ecc)
  • Relazioni con i genitori e con i “caregiver”

L’osservazione diretta dell’interazione genitore-bambino nel corso di una visita specialistica può fornire informazioni di grande valore diagnostico, comprese le reazioni dei genitori di fronte a un determinato comportamento. Queste osservazioni devono essere integrate, quando è possibile, con informazioni da parte di altre persone, compresi parenti, insegnanti, e assistenti scolastici.

Parlare con i genitori o con chi si prende cura del bambino può fornire una descrizione dettagliata delle attività del bambino durante una giornata-tipo. Ai genitori viene chiesto di fornire esempi di eventi che precedono e seguono il comportamento inadeguato. Inoltre i genitori sono invitati a fornire la loro interpretazione di

  • Comportamenti ritenuti tipici dell’età del proprio figlio
  • Aspettative riguardo al proprio bambino
  • Il loro stile genitoriale
  • Supporto ricevuto (p. es., sociale, emotivo, finanziario) per soddisfare il proprio ruolo genitoriale
  • Relazioni del bambino con il resto della famiglia

La Valutazione dei problemi comportamentali nei bambini – Interpretazione del problema

Dall’anamnesi della storia dello sviluppo del bambino possono emergere fattori che aumentano la probabilità di sviluppare problemi di comportamento, come l’esposizione a tossine, le complicanze durante la gravidanza o la presenza di una malattia grave o di una morte in famiglia.

Alcuni problemi possono coinvolgere la relazione genitore-bambino e tale dato può essere interpretato in diversi modi:

  • Aspettative irrealistiche dei genitori: per esempio, alcuni genitori possono aspettarsi che un bambino di 2 anni possa mettere in ordine i giocattoli senza aiuto. I genitori talvolta interpretano in modo eccessivamente negativo alcuni comportamenti normali per quell’età, considerandoli problematici, come può succedere per un comportamento lievemente oppositivo (p. es., il rifiuto da parte di un bambino di 2 anni di soddisfare una richiesta o seguire una regola di un adulto).
  • Interazioni di scarsa qualità tra i genitori e il bambino: per esempio, i figli di genitori eccessivamente meno attenti possono avere problemi comportamentali.
  • Modalità educative troppo indulgenti: alcune reazioni dei genitori, anche se ben intenzionati, di fronte a un problema possono peggiorarlo (p. es., essere troppo protettivi con un bambino pauroso e troppo attaccato a loro, assecondare un bambino che ha atteggiamenti manipolatori).
  • Il circolo vizioso comportamentale: nei bambini piccoli alcuni problemi rappresentano un percorso comportamentale circolare (circolo vizioso) in cui la reazione negativa del genitore al comportamento del bambino causa una risposta avversa del bambino stesso, che a sua volta reitera la reazione negativa del genitore. In questo tipo di situazioni, i bambini spesso reagiscono allo stress e al disagio emozionale con testardaggine, aggressività, risposte verbali polemiche e con scatti d’ira, anziché con il pianto. Spesso, un genitore reagisce al bambino che si comporta in modo aggressivo e ribelle con rimproveri, urla e sculacciate; il bambino, di conseguenza, aumenta i comportamenti che avevano portato alla risposta iniziale del genitore, e a sua volta il genitore reagisce con più forza. L’attenzione che i bambini ricevono da un genitore per il loro comportamento inappropriato spesso lo rinforza.

Nei bambini più grandi i problemi comportamentali possono insorgere come ricerca di indipendenza da regole e dalla supervisione dei genitori. Tali problemi devono essere distinti dalle manifestazioni occasionali che possono portare a giudizi errati.

I problemi comportamentali nei bambini: Il Trattamento

Individuata la causa del disturbo comportamentale, è preferibile intervenire rapidamente, in quanto un comportamento disadattivo reiterato nel tempo è più difficile modificare.

Il clinico deve rassicurare i genitori dicendo loro che il bambino sta bene fisicamente (ossia, spiegando che il comportamento maladattivo non è sintomo di una malattia fisica). Spesso mostrarsi empatici con i genitori che si sentono frustrati e sottolineare come questi disturbi siano diffusi e frequenti tra i giovani può aiutare a mitigare il loro senso di colpa e facilitare la loro apertura nei confronti dei possibili trattamenti. Per i problemi minori, spesso è sufficiente istruire i genitori, rassicurarli e fornir loro alcuni suggerimenti specifici. Ai genitori deve essere ricordata l’importanza di impiegare parte del loro tempo (almeno da 15 a 20 min/die) in un’attività piacevole con il proprio figlio ed a richiamare l’attenzione del bambino quando questi attua un comportamento desiderabile (“prendere il bambino nel verso giusto“). I genitori possono anche essere incoraggiati a trascorrere regolarmente del tempo lontano dal bambino.

Per alcuni problemi, tuttavia, i genitori possono beneficiare di ulteriori strategie per educare i loro figli e modificarne il comportamento:

  • I genitori devono identificare i fattori scatenanti del comportamento e dei fattori del bambino (p. es., un’attenzione supplementare) che potrebbero inavvertitamente rafforzarlo.
  • I comportamenti desiderabili e indesiderabili devono essere definiti in maniera chiara.
  • Devono essere stabiliti limiti e regole coerenti.
  • I genitori devono poi verificarne il rispetto in modo continuativo e fornire appropriate ricompense per i comportamenti adeguati e punizioni per quelli inadeguati.
  • I genitori devono cercare di controllare la loro rabbia quando rinforzano le regole ed aumentare al massimo i momenti di contatto positivo con il bambino.

Aiutare i genitori a capire che la “disciplina” presuppone anche un aspetto costruttivo e non solo punitivo e permette loro di fornire una struttura e chiare aspettative di cui i bambini hanno bisogno. Un comportamento anomalo può derivare da una disciplina inadeguata. I rimproveri o le punizioni corporali arginano nel breve termine il comportamento di un bambino, ma infine possono diminuire il suo senso di sicurezza e di autostima. Le minacce di abbandonare o di inviare il bambino altrove sono estremamente dannose. Rimproveri, minacce e punizioni fisiche insegnano anche al bambino che questi rimproveri sono risposte appropriate a situazioni che il bambino non ama.

La tecnica del “time-out” (descritta sotto), che prevede che il bambino rimanga a sedere da solo per alcuni minuti in un ambiente chiuso (una stanza, che non sia la stanza da letto, senza TV o giocattoli, ma non buia o che possa spaventarlo), è un buon metodo per modificare comportamenti inaccettabili. Il time-out rappresenta un processo di apprendimento per il bambino, ed è meglio usarlo per un solo comportamento inappropriato o per diversi comportamenti in una sola volta. Il contenimento fisico deve essere evitato. Per i bambini che aumentano l’intensità delle loro reazioni quando vengono messi nella situazione di time-out, i genitori possono interrompere tale metodica più rapidamente del previsto, se hanno appurato che il bambino ha compreso il rimprovero per il comportamento inadeguato.

Il circolo vizioso può essere interrotto se i genitori ignorano quel comportamento che non disturba gli altri (p. es., rifiuto di mangiare) e usano la distrazione o l’isolamento temporaneo per limitare una condotta che non può essere ignorata.

Un problema comportamentale che non cambia in 3-4 mesi deve essere rivalutato; può essere indicato un percorso di terapia comportamentale più intensivo o consultare uno specialista di salute mentale.

>>> Tecnica del time-Out

Questa tecnica educativa viene per lo più utilizzata quando i bambini sono consapevoli del fatto che le loro azioni sono scorrette o inaccettabili e quando percepiscono la mancanza di attenzioni come una punizione; abitualmente ciò non avviene prima del secondo anno di vita. Bisogna fare attenzione quando questa tecnica viene usata in contesti di gruppo come gli asili poiché può comportare dannose umiliazioni.

Questa metodica può essere applicata quando un bambino manifesta un comportamento inadeguato pur sapendo che tale comportamento può comportare l’attuazione del “time-out”. In genere, il time-out deve essere preceduto da avvertimenti e richiami verbali:

  • Il cattivo comportamento deve essere spiegato al bambino, che viene poi invitato a sedersi sulla “sedia del time-out”, o, se necessario, deve esserci condotto.
  • Il bambino deve rimanere sulla sedia 1 min per ogni anno di età (per un tempo massimo 5 min).
  • Se il bambino si alza dalla sedia prima del tempo stabilito deve essere riportato sulla sedia, e si ricomincia il conteggio del tempo partendo da zero. Bisogna evitare di parlare al bambino o guardarlo durante il time-out.
  • Quando è il momento di alzarsi dalla sedia, si chiede al bambino qual è stato il motivo del time-out, evitando accuratamente le espressioni di collera e di rimprovero. Se non ricorda l’esatto motivo, è opportuno ripeterglielo brevemente. Non è necessario che il bambino esprima rimorso per il comportamento inadeguato se mostra di aver compreso il motivo del time-out.

Subito dopo il time-out si deve invitare il bambino a comportarsi bene, cosa che è più facile da ottenere se si inizia una nuova attività con il bambino, lontano dal luogo del comportamento inappropriato.

I problemi comportamentali nei bambini: Le vostre Domande

  1. Come capire se un bambino ha problemi comportamentali?

L’iperattività viene così definita: incapacità di aderire e rispettare le regole, non riuscire a stare fermo, disturbare in classe, non recepire i richiami o i rimproveri, incostanza nelle attività svolte.

2. Quali sono i disturbi del comportamento?

disturbi del comportamento comprendono una serie di condotte definite “esternalizzanti”, in quanto comprendono comportamenti in cui il disagio interno viene rivolto verso l’esterno attraverso condotte disfunzionali come l’aggressività, l’impulsività, la sfida, la violazione delle regole e altre condotte considerate…

3. Quali sono i difetti dei bambini?

Difetti congeniti:

  • cardiopatie congenite;
  • ipospadia;
  • piede torto;
  • sindrome di Down;
  • labioschisi;
  • spina bifida.

4. Come riconoscere disturbi della personalità?

I disturbi di personalità condividono quattro principali caratteristiche:

  1. Pensiero distorto
  2. Risposte emotive problematiche
  3. Eccessiva o ridotta regolazione degli impulsi
  4. Difficoltà interpersonali

I problemi comportamentali nei bambini – Scuola Infanzia e Scuola Primaria

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