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Onoterapia e Autismo: quali Benefici?

Onoterapia e autismo: quali benefici?

Proprio per l’attitudine fortemente improntata alla relazione e alla pazienza, l’asino è molto indicato in caso di autismo: «L’animale da un lato rispetta i tempi della persona autistica e dall’altro sopporta di buon grado eventuali comportamenti “molesti”.

Molti genitori raccontano come i loro figli, agitati magari dalla reattività di un cavallo o dall’irruenza di un cane, si siano poi trovati a loro agio con un asino.

Onoterapia e autismo: quali benefici? – In sella ad un animale empatico

Il perno dell’onoterapia è l’asino, animale docile ed empatico: L’asino fa sentire subito accolti, mette di buonumore. È un animale affettuoso che ha grandi capacità relazionali e ama il contatto fisico. Non è un “piccolo cavallo” come si potrebbe pensare, ma è diverso per atteggiamento e indole: è statico e riflessivo; è più calmo e paziente.

Di fronte a stimoli negativi (si pensi a bambini iperattivi) l’asino sta, non si sottrae mentre il cavallo tende a fuggire: l’asino infatti attorno a sé crea accoglienza e tranquillità, il cavallo invece rimane accogliente ma votato a una maggiore dinamicità. Ecco perché il primo è più orientato alla relazione (adatto ad esempio a interventi di psichiatria), il secondo ad aspetti di riabilitazione motoria.

Onoterapia e autismo: quali benefici? – La terapia con l’asino

Gli interventi con l’asino sono terapeutici ma anche educativi o ludico-ricreativi: rapportarsi a un essere vivente diverso, con tempi e esigenze sue, aiuta i bambini con autismo a socializzare, aumenta autostima e fiducia in se stessi, è efficace nella riabilitazione fisica quanto nella cura di disagi affettivi e relazionali o nel controllo delle emozioni.

L’asino non scalcia, come pensano in molti, ma si impunta: se non vuole fare una cosa non la fa. Qui si impara ad affrontare una difficoltà, una battuta d’arresto, a gestire la frustrazione. La lentezza dei movimenti, il calore corporeo, i tempi lunghi dell’asino poi rilassano e riducono ansia e battito cardiaco, rendendolo adatto ad anziani e cardiopatici. In generale prendersi cura di un animale è un percorso per prendersi cura di sé e mettersi in relazione con se stessi e con gli altri.

Onoterapia e autismo: quali benefici? – Attività con gli asini

Con gli asini si può lavorare da terra o in movimento e le attività vanno dallo spazzolamento con brusca e striglia alla camminata in un prato conducendo l’asino a piedi, in groppa o su un carretto, per lavorare sulla fiducia e sull’affidarsi.

Viene fatta la pulizia di occhi e naso, in cui bisogna acquisire manualità e delicatezza e in cui viene insegnato perché l’asino lacrima molto e come respira. Piace molto la pulizia dei piedi, perché i bambini sono attratti dagli zoccoli e pulirli per bene li rende orgogliosi per aver superato la paura di un animale grande. Un esercizio che infonde accoglienza, serenità, contenimento e protezione è sdraiare i bambini sul dorso dell’animale, ascoltando il suo respiro. Si possono fare anche piccole gimkane per migliorare le dinamiche di gruppo o attività di inclusione dove l’esperto dell’animale è il compagno di classe diversamente abile.

Onoterapia e autismo: quali benefici? – I professionisti dell’onoterapia

Le Linee Guida nazionali hanno definito anche le modalità di lavoro: Inserendosi con il suo temperamento tipico nella relazione educativa, il ruolo dell’asino è quello di mediare tra l’utente e le figure educative: sono équipe di lavoro multidisciplinari che si modulano in base all’intervento previsto; come può cambiare anche l’animale, perché non tutti gli esemplari sono adatti a tutti gli obiettivi.

Di norma il responsabile del progetto è uno psicoterapeuta o un medico, poi sul campo possono esserci uno psicologo o un educatore professionale, sempre accompagnati dal coadiutore dell’animale: è colui che gestisce l’animale in sede di intervento, si occupa della sua cura e del percorso di addestramento, dell’eventuale trasporto. Altra figura professionale è il medico veterinario responsabile della tutela e benessere animale in stretta sinergia con il coadiutore. Tutte queste figure devono essere formate per la specificità degli Interventi Assistiti con gli Animali e per questo essere riconosciute dal Ministero della Salute.

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