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12 Giugno – Giornata Internazionale contro il Lavoro minorile

12 Giugno – Giornata Internazionale contro il Lavoro minorile

Il 12 Giugno si celebra la Giornata Mondiale contro il Lavoro minorile, con lo scopo di porre l’attenzione di tutto il mondo sul gravissimo e purtroppo ancora diffuso fenomeno dello sfruttamento dei bambini sul lavoro.

Privare un bambino della sua infanzia, rischiando di compromettere irrimediabilmente il suo futuro, è tra le crudeltà più grandi che si possano commettere.

I minori che lavorano sono nella maggior parte dei casi ragazze e lavorano 13 ore al giorno, per meno di un euro. E sono minori che soffrono a causa dell’inalazione dei vapori dei pesticidi utilizzati nei campi e non godono di alcuna assistenza medica.

All’inizio degli anni Novanta, in Bangladesh, si era stabilizzata una fiorente industria di produzione di capi di abbigliamento che offriva lavoro a circa 750.000 dipendenti, di cui il 10% era costituito da giovani di età inferiore ai 14 anni.

Nel 1992, il Child Labour Deterrence Act, un progetto di legge, proibiva l’importazione negli USA di articoli realizzati con manodopera infantile, ovvero impiegando lavoratori al di sotto dei 15 anni di età.

A Dhaka, per evitare critiche o sanzioni da parte del governo statunitense, vennero identificati tre provvedimenti molto importanti:

  1. L’allontanamento graduale dalle fabbriche di tutti i minori con età inferiore ai 14 anni;
  2. lo stop delle assunzioni dei bambini con età inferiore a quella stabilita per legge;
  3. l’inserimento dei minori allontanati dalle fabbriche in adeguati programmi educativi, insieme all’assegnazione di una retribuzione mensile.

In ambito sociale, il minore che lavora, inconsapevole vittima di una realtà più grande di lui, ha delle conseguenze negative nella pratica educativa e lavorativa.

Al tempo stesso però in alcune situazioni, limitando o reprimendo ogni forma di lavoro, anche quello svolto in forma leggera, protetta e non pregiudizievole, in realtà, rischia di danneggiare proprio coloro che si intende difendere.

Secondo la Convenzione ILO n.138 del 1973, l’età minima di un bambino per iniziare a lavorare è 15 anni, ovvero quell’età in cui il ragazzo termina la scuola dell’obbligo e affronta il passaggio dall’infanzia all’adolescenza ma comunque è necessario prendere in considerazione la tipologia di lavoro; ad esempio, ci sono lavori che sono illegali fino al raggiungimento della maggiore età, come il lavoro in miniera.

Il lavoro minorile nel mondo e in Italia

Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) nel 2004 i minori di età compresa tra i 5 e i 14 anni definiti “child work”, ovvero economicamente attivi, erano 317,4 milioni, mentre ad oggi sono 152 milioni i minori che sono costretti a svolgere lavori duri e faticosi, che mettono a rischio la salute e la sicurezza, con gravi ripercussioni psicologiche.

In Italia, invece, il numero dei minori che lavorano illegalmente perché al di sotto dei 15 anni è stimabile tra i 360.000 e i 460.000 soggetti.

In conclusione, ciò che va combattuto è il lavoro minorile non tutelato, lo sfruttamento economico e qualsiasi forma che va ad intaccare il benessere dei minori, un fenomeno patologico che riguarda principalmente soggetti in situazioni di povertà o disagio sociale. A differenza del lavoro degli adolescenti che può essere visto come un esperienza possibile, ma non necessaria, che può offrire degli aspetti positivi.

12 Giugno – Giornata Internazionale contro il Lavoro minorile

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